Un negozio così non l’hai mai visto. Un po’ per il tema del negozio e un po’ per come si vende all’interno. Un editore di libri educazionali per adulti e bimbi. Si, proprio così. Non una libreria multi-tematica: un negozio dedicato ad uno storico editore spagnolo.
Cosa vende un negozio del genere?
Se pensi che possa essere monotono e assolutamente non attrattivo, ti ricrederai.
UN NEGOZIO DI LIBRI EDUCATIVI PROIETTATO NEL FUTURO GRAZIE A MASQUESPACIO
Le presentazioni sono d’obbligo.
Il progetto che stai per vedere è dello studio multidisciplinare Masquespacio fondato nel 2010 da Ana Hernandez e Christophe Penasse, si occupano rispettivamente di Interior Design e Marketing. Hanno unito le loro competenze ed il risultato è stato il loro poliedrico studio.
Un mix sapiente di comunicazione, grafica e richiami a design sofisticati.
Si ispirano ad un certo stile anni ‘80, ma sono proiettati nel futuro. Rielaborano idee e concetti per restituirli in una veste fresca ed innovativa. Hanno infatti vinto molti premi in territorio spagnolo ed americano (Hospitality Design Award Usa) e lavorano in Norvegia, Francia, Germania, Italia e USA.
UN NEGOZIO INTERATTIVO DALL’ESTETICA FUTURISTA
Come comunichi al pubblico che un editore di quaderni di esercizi può anche essere interessante?
Come lo sleghi dall’idea che abbiamo tutti della classica libreria affollata?
Solo grazie ad un ascolto del committente scrupoloso e la creazione di connessioni profonde è possibile creare qualcosa di unico. Qualcosa che comunichi in modo univoco la natura di un’azienda.
È proprio quello che è successo tra il direttore creativo dello studio Masquespacio, Ana Hernandez, e RUBIO. RUBIO è un editore attivo da oltre 60 anni in territorio spagnolo, con una vendita di 300 milioni di libri di esercizi.
L’obiettivo è stato molteplice: creare uno spazio attraente che invogliasse le persone ad entrare e comprare. Comunicare i valori dell’azienda e nello stesso tempo traghettarla verso la società avvenire.
Il risultato è stato sicuramente centrato grazie ad un’ampia libertà progettuale, che ha osato allestire gli spazi rifacendosi allo Stile Memphis.
Lo stile che per eccellenza ha sfidato i canoni del design classico, portando al limite forme e colori. Che ha stimolato la creatività ed il pensiero in cerca di significati e funzioni nascoste.
Proprio come l’editore RUBIO che da sempre mira a sviluppare la plasticità del cervello umano attraverso l’implementazione di capacità base come la matematica e la logica.
COLORE, AUDACIA ED UNICITÀ LE PAROLE CHIAVE DEL PROGETTO
Entrare e guardare questo negozio è un’esperienza di per sé. Sembra di far parte di un quaderno di esercizi in formato maxi, grazie al pattern quadrettato bianco e nero realizzato con rivestimenti che danno l’aspetto di una lavagna magnetica.
La superficie di 200 mq è divisa in sezioni aperte le une sulle altre, dedicate alle varie collane dell’editore.
Non sono sezioni puramente espositive, tuttavia. In ognuna di esse l’interazione del cliente è ben accetta, anzi, è parte dell’esperienza stessa.
Nel settore dedicato alle pubblicazioni matematiche, ad esempio, i quaderni trovano posto su librerie girevoli. Davanti ci sono gli eserciziari e dietro delle lavagne con numeri e segni matematici che pongono quesiti da risolvere.
Oppure ancora, nella sezione dedicata alla lingua spagnola ci sono pannelli in metacrilato sui quali è possibile scrivere, esercitandosi nella lingua e nella calligrafia.
Ma è anche presente una zona con visore per la realtà aumentata, c’è un curioso spioncino nella vetrina del negozio ed addirittura un racconta storie.
La storia dell’azienda invece è narrata attraverso una roulette e il tunnel dei colori. All’interno è presente una macchina del tempo che ti immerge nell’universo di RUBIO ed è anche possibile inoltrarsi nella sala proiezioni.
Insomma, uno spazio esperienziale a 360° dove ci si sente accolti e si sperimenta dal vivo il potenziale di una risorsa come un libro.
Un modo nuovo ed audace di raccontare una realtà storica che non ha paura di confrontarsi con il presente, ma che anzi stringe l’occhio alla società iperconnessa.
Articolo di Valentina Di Roma