La casa privata G103 nasce dalla fusione del bianco e del nero, lo yin e lo yang all’interno di un progetto d’interni e interpretati come colori di trasformazione e di evoluzione, quello stesso passaggio che hanno vissuto i proprietari, da coppia a famiglia, e che si traduce nell’unione dei due colori e nell’equilibrio, il tao.
La scelta di basare il progetto di questa abitazione su queste due cromie antitetiche non è semplicemente un esercizio di stile ma si radica ad un immaginario estetico, simbolico e persino arcaico che, anche solo inconsciamente, risuona interiormente trasmettendo quel senso di estrema forza da cui tutto ha origine e si trasforma.
L’abitazione, in origine a carattere unifamiliare, è stata oggetto di una ristrutturazione con conseguente divisione della stessa in due unità immobiliari.
Oggetto dell’intervento è stata la porzione Sud dell’edificio in modo da generare una residenza che si snoda su tre diversi livelli, ognuno dei quali scandisce le varie fasi quotidiane del nucleo familiare: il piano seminterrato, con spazi di servizio e autorimessa, il piano terra destinato alle attività diurne (living, cucina e zona pranzo) e infine il primo piano, interamente dedicato alla notte.
Gli ambienti, tutti caratterizzati da superfici verticali bianche con finitura velvet touch e da pavimenti in legno di rovere tinto deep black satined, si caratterizzano per il loro estremo rigore formale e per la pulizia delle linee, generando a tratti naturali momenti di “caos” attraverso l’inserimento di oggetti d’arredo realizzati a disegno su indicazione dello studio.
Progetto: Studio Svetti Architecture | Emanuele Svetti Architetto
Photo Credits: Francesca Pagliai