Casa Mazzacorta, una vecchia casa immersa nelle campagne di Capoliveri, a pochi minuti dal centro abitato e a due passi dal mare, racchiude al suo interno l’essenza dell’isola e non solo.
Una ristrutturazione completa eseguita attraverso l’uso esclusivo di materiali naturali, come il legno, elemento predominate di tutto il progetto.
Dai tronchi arenati sulle spiagge dell’isola, agli assi provenienti dalle baite diroccate sulle montagne piemontesi all’insegna della eco sostenibilità in cui si crea recuperando l’esistente: compito assolto dai falegnami piemontesi
Daniele Re e Gabriel Chiodo di Abete vecchio che hanno preso parte al progetto di recupero di questa casa, assieme ad altri artigiani e professionisti riuniti e coordinati dal fotografo torinese di fama internazionale, Adriano Bacchella .
A Casa Mazzacorta, si accede dopo aver varcato un cancello fatto di tavole di pioppo anticato e tenute insieme da lastre in ferro arrugginito. Il cammino di blocchi di tufo si insinua morbido fra gli ulivi e in un attimo ci si ritrova
in un mare di ghiaia dove due divani in castagno galleggiano come zattere e contemplare di là, oltre il corrimano di pali d’abete recuperato, il vasto oceano di macchia mediterranea disseminata nel giardino.
La casa si sviluppa su due livelli e il piano superiore è caratterizzato da una bellissima terrazza panoramica arredata con un ampio tavolo in abete vecchio spazzolato realizzato con due tavole da 10 cm, sostenuto da gambe in
scatolato di ferro arrugginito. Attraverso una porta finestra scorrevole in legno di frassino si accede alla zona giorno.
Internamente è stato posato un pavimento in resina che riprende la medesima tonalità dell’intonaco. La scelta degli intonaci si sposa perfettamente con i colori del posto. Le scale cromatiche che vanno dai toni nocciola, al tortora sporcato di giallo, all’arancio, riprendono i colori del paesaggio e dei singoli elementi che lo compongono, come i tronchi lavati dal mare, la ghiaia, la terra che quando è troppo asciutta carica i toni di un rossastro, il terreno
roccioso, il tufo.
Al piano inferiore si trova una grande pergola che incornicia l’intera facciata della casa. I tronchi arenati sulla spiaggia dell’isola, sono stati raccolti e reimpiegati per sostenerla, realizzata con travetti di abete vecchio recuperato, sormontati da un tetto in canne di bambù che lascia trapelare lievemente la luce del sole. Questa è la
zona lounge della casa dove troviamo, tra le altre cose, un divano realizzato anch’esso con tavole di abete recuperate e piccoli legno spiaggiati e due poltroncine realizzate con i legni avanzate dalle lavorazioni.
All’interno l’ambiente è stato studiato, demolendo i muri preesistenti e realizzando un open space in cui si è scelto di prediligere la possibilità di accogliere ospiti realizzando un soppalco con due letti ad una piazza e mezza, un ampio tavolo centrale in pioppo e altri due posti letto a scomparsa.
Sul lato orientale della casa, in quella lingua di terra delimitata dalla parete rocciosa che si innalza fino al piano superiore, si trova una pergola più piccola. Al suo interno è stata realizzata una cucina in noce nostrano
sbiancato e trattato per esterni, con top in pietra. Due piastre a induzione nella parte centrale sono posizionate in modo che si possa, mentre si cucina, avere l’attenzione rivolta verso l’enorme tavolo composto da una tavola unica 100×450 in legno di cedro del libano. Un po’oltre, più in là, l’orizzonte con i contorni delle piccole dolomiti elbane che si tingono del rosso vivo del sole al tramonto.
La casa prosegue nel giardino e il giardino nel paesaggio, lungo un filo verde teso dalla garden designer Alessandra Puccini che lega il dentro al fuori. Nell’ottica di un tutto che armonicamente dialoga con il paesaggio circostante e con l’isola stessa.